Diventare filosofo
Novembre 11, 2013“È a causa del sentimento della meraviglia che gli uomini ora, come al principio, cominciano a filosofare”. Con questa frase Aristotele, nel corso del 300 avanti Cristo, spiegava l’essenza della filosofia e l’arte del filosofare. Il termine filosofia deriva dal greco e significa amore per la sapienza, per la ricerca della verità, a partire dalle domande sull’esistenza, sul mondo e i suoi fenomeni. Storicamente, infatti, la filosofia è sempre stata definita come l’arte del riflettere, del porsi domande e dell’elaborare una visione del mondo personale, che si basa su un’attenta critica della situazione sociale. Da Socrate a Nietzsche, alle personalità di spicco contemporanee, i filosofi si sono sempre interrogati sulle ragioni del mondo, sulle relazioni di causa – effetto, spesso analizzando i miti, i racconti e i fenomeni sociali. Ogni periodo storico si contraddistingue per un determinato orientamento filosofico che riflette la situazione politica, sociale, economica e culturale dell’epoca in questione. Filosofare, infatti, in un modo o nell’altro, significa riflettere e porsi delle domande sulla società del momento, sui suoi paradossi, le sue categorie, i suoi stereotipi.
Per diventare filosofo non vi è un preciso percorso di studi da intraprendere. Molti laureati in filosofia non sono affatto filosofi, mentre molte persone senza titolo di studio sono in grado di filosofare senza nemmeno accorgersene. Diventare filosofo significa possedere la capacità di meravigliarsi continuamente, come diceva appunto Aristotele, e di porsi delle domande a partire dalla conoscenza che si ha del mondo, mettendo in discussione le categorie esistenti, per ricercare la verità assoluta e magari accorgersi che non esiste. La critica dell’ordine stabilito e l’elaborazione di un pensiero e di un modo di vedere e interpretare la realtà sono punti fondamentali della pratica del filosofare. Il filosofo non può fare a meno di porsi delle domande e di cercare delle risposte.
Molti sono i ragazzi che, affascinati dall’arte del filosofare, dalla storia della filosofia, dalla ricerca del sapere unico, assoluto o relativo, decidono di intraprendere un percorso di studi che inizia con il liceo classico, scientifico o psicopedagogico: istituiti questi in cui la materia viene insegnata. Conseguita la maturità al liceo, questi ragazzi spesso scelgono di intraprendere la carriera universitaria, conseguendo la laurea triennale e specialista in Filosofia. Ciò che si impara prevalentemente nel percorso accademico è la storia del pensiero filosofico, ma anche il ragionamento logico induttivo e deduttivo, che aiuta la mente a tenersi costantemente allenata e aperta. Diventare filosofo non significa svolgere una professione retribuita. Filosofare non significa fornire o prestare un servizio, ma semplicemente riflettere e stimolare gli altri a farlo. Spesso i laureati in filosofia capaci di filosofare, declinano la loro inclinazione in professioni che consentono loro di esprimere il loro pensiero critico, come quella del giornalista, dell’insegnante o dello scrittore. Tuttavia, per rispondere in modo corretto alla domanda “come diventare filosofo?” occorre ribadire nuovamente il concetto che si è tali se si adotta una struttura mentale che consente di porsi continuamente questioni e cercare delle risposte.
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